Dopo diverso tempo che se ne parla, lo scorso 8 febbraio il gruppo di lavoro “Rumore e pneumatici”, con il sostegno del gruppo di lavoro “Inquinamento ed energia”, del Forum mondiale per l’armonizzazione delle normative sui veicoli dell’UNECE (WP.29) ha adottato una proposta volta a introdurre due metodi per misurare l’abrasione dei pneumatici ai sensi del regolamento UNECE n. 117 e ridurre, quindi, l’inquinamento da microplastiche.
I pneumatici sono realizzati con una miscela di gomma naturale e sintetica e polimeri plastici, compresi altri componenti chimici e rappresentano una fonte significativa di emissioni non provenienti dallo scarico.
L’abrasione dei pneumatici si produce quando c’è attrito con la superficie stradale, ad esempio quando i veicoli si spostano, accelerando o frenando. Piccole particelle si staccano dai pneumatici e vengono rilasciate nell’aria, sulla superficie stradale e nell’ambiente. Da lì, influenzano la salute umana e possono contaminare il suolo e i corsi d’acqua attraverso il deflusso del manto stradale, le acque reflue e il movimento aereo. Alla fine potrebbero finire per entrare e inquinare l’oceano.
I due metodi di prova sono un test su strade aperte in convogli di veicoli che percorreranno 8.000 km e una prova in laboratoro, con l’utilizzo di tamburi abrasivi, per oltre 5.000 km. I test su strada pubblica saranno condotti con meticolosa attenzione alle condizioni riproducibili. Un convoglio composto da quattro veicoli percorrerà una distanza totale di 8.000 chilometri, con un veicolo equipaggiato con i pneumatici di riferimento e gli altri tre con i pneumatici da testare. La configurazione del convoglio, compresi veicoli e autisti, sarà alternata ogni 500 chilometri. Durante questo processo saranno sottoposti a test circa 200 pneumatici.
La perdita di peso del pneumatico dovuta all’abrasione del pneumatico sarà espressa in milligrammi per chilometro per tonnellata di carico sul pneumatico. L’UNECE prevede che questi metodi di misurazione verranno applicati in un esercizio di valutazione del mercato, con l’obiettivo di raccogliere dati sull’abrasione con diverse dimensioni, modelli e marche di pneumatici. Tali dati verrebbero poi utilizzati per determinare i limiti di abrasione dei pneumatici da incorporare nel regolamento UNECE n. 117 entro settembre 2025 per i pneumatici montati sulle autovetture (pneumatici C1).
Una volta entrati in vigore questi limiti di abrasione, i produttori di pneumatici dovranno garantire che tutti i pneumatici venduti sul mercato siano al di sotto dei limiti stabiliti. Per coloro che superano i limiti, i produttori dovranno adeguare la composizione o il processo di produzione.
La proposta è stata preparata sotto la guida della Francia e della Commissione Europea e diventerà la metodologia di riferimento della proposta Euro 7 dell’Unione Europea.
Si prevede che il metodo di misurazione sarà esteso ai veicoli più pesanti con pneumatici di tipo C2 e C3 nel corso del 2026 e del 2027 per coprire la maggior parte delle categorie di veicoli stradali.
Una volta in vigore, queste normative contribuiranno a ridurre significativamente l’inquinamento dovuto a microplastiche. Si stima che nel 2016 l’abrasione dei pneumatici rappresentasse il 78% degli 1,3 milioni di tonnellate di microplastiche immesse nell’oceano.
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