All’ Automotive Business Summit del Sole 24 Ore aziende e associazioni unite nel chiedere attenzione e supporto alle istituzioni per la transizione ecologica: l’Italia deve recuperare gap con competitor in Europa e nel mondo, ma il problema sono gli stipendi degli italiani, secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Un settore strategico quello legato all’auto che è soggetto a profonde trasformazioni dettate dalla necessità di ridurre le emissioni e nel quale l’Italia, pur avendo perso i volumi produttivi di un tempo, ha una grande tradizione da difendere e rilanciare per evitare gravi ripercussioni occupazionali e un arretramento dal punto di vista del know-how tecnologico.
Di questo e di altri temi si è discusso oggi all’Automotive Business Summit organizzato dal Sole 24 Ore con autorevoli rappresentanti del mondo istituzionale, produttivo, accademico, delle associazioni.
Gli operatori intervenuti hanno posto l’accento sulla necessità di preparare il paese in modo adeguato allo stop ai motori endotermici per le auto e i furgoni nuovi a partire dal 2035 deciso dall’Unione Europea analizzandone attentamente le enormi ricadute per tutta la filiera.
Uno stop che si inserisce in uno scenario condizionato dalla concorrenza della Cina, primo esportatore di auto al mondo che vanta anche una posizione dominante sulle batterie, e dal sostegno dato dalla Casa Bianca alle aziende statunitensi attraverso l’Inflation Reduction Act.
Durante l’Automotive Business Summit si è convenuto come quella sulla mobilità elettrica sia una grande sfida per l’industria italiana in una partita ancora aperta con l’Unione Europea che vede il tentativo di non mandare in archivio il motore a combustione interna lavorando su e-fuel e i biocombustibili.
Secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: “La natura del ritardo italiano della transizione verso le auto elettriche è principalmente di ordine economico perché il salario medio italiano avrebbe bisogno di un’integrazione almeno del 50 o 60% per essere alla pari del salario tedesco e quindi si dovrebbe di fatto avere un incentivo, una contribuzione pubblica per l’elettrico di dimensioni, triple, quadruple rispetto all’attuale stanziamento, che però fa parte del bilancio del mio ministero precedente, il Mimit. Questo credo che sia uno degli sbarramenti principali. Il bilancio dello Stato non può permettersi interventi di questo genere quindi il percorso è quello che riguarda il sistema industriale, il sistema produttivo per arrivare a dei prezzi che siano compatibili con il mercato. E’ una questione di tempi, di salari, di cultura. Peraltro, nel piano nazionale integrato energia e clima, io ho previsto sei milioni al 2030 perché sono convinto che andando avanti ci sarà una crescita molto più accentuata. Parlando di emissioni – ha continuato il Ministro all’Automotive Business Summit del Sole 24 Ore – non dobbiamo considerare solo la mobilità; ci sono le industrie, c’è l’agricoltura quindi è necessario avere un ragionamento organico. Infatti avrò a breve un incontro con le regioni per trovare delle soluzioni percorribili e condivise. La pianura Padana con montagne a nord, a sud, ad ovest e il vento che soffia dall’Adriatico è una realtà difficile ed è l’area più grande area d’Europa con il problema delle polveri sottili. Quindi ha bisogno di un’azione seria, realistica , anche veloce, ma non estemporanea, come quella sulle 160.000 Euro 5. Per quanto riguarda la rottamazione, l’Italia ha 40 milioni di veicoli, ha due milioni e mezzo di Euro 1 e Euro 2 che inquinano 28 volte un Euro 6. Quando ero al Mise c’è stato un provvedimento dove col ministro Giorgetti abbiamo incentivato il cambio verso Euro 5 ed Euro 6 nel quale chi cedeva una Euro 1 o Euro 2 prendeva l’incentivo per rinnovare il parco auto. E’ un’azione che va fatta compatibilmente col bilancio dello Stato.”
Secondo Marco Stella, Vice Presidente e Presidente Gruppo Componenti Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA): “Il paese vuole continuare ad essere un paese automotive e riconosce il valore di questa filiera. In tutte le grandi aree c’è una forte spinta verso l’elettrificazione che sarà fondamentale nei prossimi decenni ma è solo una delle tecnologie adottabili. Al contrario, in Europa si sta puntando solo sull’elettrico e per questo siamo più deboli. Il mio auspicio è che si riesca a costruire la trasformazione del nostro settore componentistica ricordando che senza manifattura non c’è sviluppo”
Per Andrea Cardinali, Direttore Generale Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE): “E’ di moda parlare di neutralità tecnologica e questo obiettivo può essere raggiunto in modi diversi con tecnologie diverse che però non hanno la stessa maturità. Non si può negare che la tecnologia dell’elettrico sia più matura rispetto agli altri. Ci sono tanti gap che ci separano dagli altri paesi europei: gap digitale ed infrastrutturale e anche diretto. La Spagna per esempio è più avanti rispetto a noi nella transizione verso l’elettrico e può contare su di una detrazione Irpef del 15%. Purtroppo abbiamo perso da tempo la leadership nell’automotive ed oggi attrarre investimenti stranieri è molto improbabile. Da due anni stiamo chiedendo di modificare il meccanismo di supporto alla domanda. Il tiraggio degli incentivi è bassissimo. Dobbiamo passare dal 3,9% di penetrazione dell’elettrico a dati più vicini a quelli delle realtà europee.”
“Oltre il 30% delle vetture immatricolate in Italia sono destinate al noleggio. I veicoli elettrici sono arrivati ad una percentuale del 15% dell’immatricolato destinato al noleggio ma poi la successiva discussione sugli incentivi ha rallentato molto questa tendenza. Oggi nel noleggio l’elettrico sta facendo fatica e questo dipende anche dagli annunci continui di diminuzione dei listini. – ha affermato all’Automotive Business Summit del Sole 24 Ore Alberto Viano, Presidente ANIASA Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital- Abbiamo una buonissima interlocuzione con il Governo e ci aspettiamo che la distorsione sugli incentivi che penalizza il noleggio venga rimossa quanto prima. Ci aiuterebbe molto un piano stabile a 5 anni con incentivi che accompagnino verso le riduzioni di listino. Purtroppo, i 40 milioni di auto che circolano in Italia stanno diventando sempre più vecchi perché il tasso di rinnovamento è insufficiente e in questo senso auspichiamo un quadro fiscale chiaro. Ad esempio, sarebbe importante per il car sharing avere il 10% di IVA come nel resto del trasporto pubblico locale.”
Marco Ficili, Stellantis Italy Country Manager, è intervenuto all’Automotive Business Summit del Sole 24 Ore ricordando che “A ottobre 2023 rispetto all’anno scorso, sia per le vetture che per i veicoli commerciali, c’è stato un incremento del 21% delle immatricolazioni dovuto alla dimunizone del portafoglio ordini accumulatosi nei mesi precedenti. Nei veicoli elettrici siamo fanalino di coda rispetto ai mercati euroei, con una quota al di sotto del 4% e questo è preoccupante rispetto ai piani d’investimento della cause automobilistiche, inclusa Stellantis che sta investendo molto nell’elettrificazione. L’obiettivo di Stellantis è infatti quello di arrivare nel 2030 ad una gamma completamente a emissioni zero.”
Per Audi in Italia “il 2023 si sta chiudendo molto positivamente, la quota di mercato, che è l’elemento che definisce come ci siamo comportati, è cresciuta in termini di quota totale. In un mercato che cresce del 20% noi cresciamo quasi del 27%. E siamo cresciuti anche nello specifico nel campionato del premium, dove ci sono i nostri concorrenti del mondo tedesco ma non solo e dove, per il 14esimo anno di seguito, fissiamo la posizione di leadership”. Lo ha detto Fabrizio Longo, brand director Audi Italia, durante l’Automotive Business Summit 2023 organizzato da Il Sole 24 Ore. “Abbiamo avuto una crescita importante di volumi e di valore, abbiamo avuto soddisfazioni con prodotti che stanno conquistando la leadership nei loro segmenti”, ha detto Longo, dicendosi “molto soddisfatto di questa combinazione di volume e valore, che non è il primo anno che certifichiamo ed è diventato ormai il nostro asse di presenza sul mercato ormai da moltissimo tempo”.
Su elettrico ed elettrificato, un mercato che in Italia stenta a decollare, Longo ha sottolineato che “rispetto al 2022 siamo molto positivi. Ci aspettavamo per tutto il mercato, non solo per noi, un rimbalzo, legato anche al fatto che ‘si è normalizzata la catena delle consegne, quindi dell’inevaso, ovvero quelle vendite che stavano aspettando livelli di produzione e sono arrivate a maturazione”.
Come ha sottolineato Longo, “c’è un aspetto commerciale e uno produttivo logistico, sommando il combinato disposto di questi due aspetti, registriamo un aumento significativo soprattutto nel mondo dell’elettrico, ci avviciniamo a +50% rispetto all’anno precedente, e saliamo anche nel mercato del plug-in hybrid”
All’evento sono intervenuti, tra gli altri, anche Giuliano Noci, Prorettore Polo Territoriale Cinese Politecnico di Milano, Luca Vetrone, Communication & External Affairs General Manager Toyota, Fabrizio Longo, Brand Director Audi Italy, Alberto Viano, Presidente Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital (ANIASA), Rolando D’Arco, Amministratore Delegato Leasys, Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente Federauto, Elisa Weltert, General Manager South Europe Maserati.
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